Walt Disney, 56 anni fa moriva Walt Disney, l’uomo che disegnò i nostri sogni

“Tutti i sogni possono diventare realtà se solo abbiamo il coraggio di inseguirli”.

Se il cinema di animazione è quello che è oggi, lo dobbiamo a Walter Elias “Walt” Disney. A cinquanta sei dalla sua morte nessuno mai ha eguagliato i suoi successi.

 La vita e le opere di Walt Disney segnano una fase importante della storia americana del ventesimo secolo. Una leggenda che partendo da una fattoria del Midwest americano è diventato uno degli imprenditori di  maggior successo di tutti i tempi. 

Walter Elias Disney, il quarto di cinque figli, nasce nel 1901 quando la famiglia decide di trasferirsi da Chicago a Marceline. Qui Walter vive un’infanzia “non-infanzia” perché passa intere giornate a lavorare duramente, anziché giocare. Dopo pochi anni il papà Disney si ammalò e tutta la famiglia si trasferì a Kansas City. Qui Walt e il fratello Roy lavoravano nella consegna di giornali.

Nel 1919 Walt, ormai grande, si allontanò dal padre e cominciò a lavorare per sé. Conobbe un bravissimo disegnatore, Ubbe Ert Iwerk, con il quale divenne ottimo amico. In questi anni Walt cominciò a lavorare presso studi di animazioni, affascinandosi sempre di più a ciò che faceva.

Nei primi anni venti Walt insieme all’amico Ub aprì uno studio personale dove tentarono piccole cose, come ad esempio “Oswald The Lucky Rubbit”, trovando poi un distributore nella Universal. Le cose, però, non andarono come sperato. La vita privata, al contrario, proseguiva bene, Walt si era sposato. Ritornando sul suo primo pensiero, Walt con Ub decisero di creare un personaggio tutto loro.

Scoprirono che, apportando delle modifiche ad Oswald, potevano avere un…TOPO. Idearono così “Plane Crazy” dove il protagonista era Mickey Mouse. Quando nel 1928 l’industria del cinema adottò il sonoro, l’idea di Walt fu: Mickey, il topo che parlava. Fu con questa novità che Disney esordì. Proprio nel momento che lo studio era in crescita, l’amico Ub tradì Walt lasciandolo solo nel lavoro. Walt affrontò con coraggio ogni piccolo problema e continuò a produrre opere memorabili.

Nel 1932 ottenne con “Fiori e Alberi” la palma di primo catoon a colori e il successo de “I Tre Porcellini”. Quando nel 1937 si utilizzò la Multiplane Camera, che consentiva effetti tridimensionali, i successi di Walt si moltiplicarono. Un eclatante esempio fu “Biancaneve e i Sette Nani” e “Pinocchio”.

Di successo in successo giungiamo nel 1940 in cui Walt, che amava arrivare primo degli altri, creò il leggendario film “Biancaneve e i Sette Nani” che lo portò alla vetta più alta del successo. Ritornano, purtroppo, quei periodi neri che trovarono rimedio nel 1950 con il successo “Cenerentola”, un’altra favola classica con tanta musica splendida e straordinari effetti. In questi anni, dopo la nascita delle figlie, Disney iniziò ad immaginare un luogo dove i bambini potessero giocare e i grandi tornare bambini. Così nel 1955 aprì “Disneyland” in California.

Il 1959 fu l’anno de “La Bella Addormentata nel Bosco”, un insieme fascinoso di elementi classici con la presenza di uno dei personaggi più cattivi di tutta la storia Disney.

Arriviamo negli anni sessanta, gli ultimi anni Disney, in cui fu realizzato l’ultimo straordinario capolavoro “Mary Poppins”, che fu il più grande successo che la Disney avesse mai conosciuto. Nel 1966 il mondo dei sogni si impoverì: Walt Disney morì.

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Walt Disney con i suoi personaggi e le sue storie ha incarnato lo spirito del sogno americano, del “self made man”: un uomo partito dal nulla, o meglio da un sogno e lo ha reso realtà, un uomo che si è fatto da solo e che allo stesso tempo promuoveva la cooperazione, che cercava sempre le migliori menti per stringerle in un’alleanza creativa che lo ha portato a dare vita a decine di personaggi, a sperimentare nuovi modi di raccontare e suscitare le emozioni, nei piccoli e nei grandi. Un uomo che fondò un impero, un impero concreto, partendo dalla fantasia, forte della convinzione che: “Se potete sognarlo, potete farlo”.