Manca poco più di un anno alla chiusura del copyright di Topolino, il personaggio più famoso della Disney. Dopo un tot di anni i diritti d’autore non esistono più e un prodotto diventa fenomeno culturale di tutti, senza più un copyright che lo caratterizzi. Dovrebbe essere così, ma non lo è del tutto. Dobbiamo quindi fare chiarezza sulla cosa. Innanzitutto, diciamo che nel 2024, ossia l’anno di scadenza dei diritti Disney su Topolino, riguardano solo quel preciso Topolino, ossia quello appunto del 1924, il topo in bianco e nero che apparve per la prima volta nelle sale cinematografiche statunitensi. In realtà, i diritti di Topolino stavano andando già perduti negli anni 70 del secolo scorso, ma la Disney riuscì in extremis a far cambiare la legislazione.
Nel 1078 infatti si optò per il modello europeo, ossia una creazione è sotto coyiright durante tutta la vita del suo autore, più ulteriori 50 anni. Nel caso di opere detenute da aziende, però, la durata è invece di 100 anni. Una ulteriore proroga era stata attivata nel 2003, anche in quel caso l’influenza della Disney ebbe la meglio sulla politica, ma stavolta, secondo molti esperti, è giunto il capolinea. Come dicevamo, però, chi volesse appropriarsi del soggetto, dovrà esclusivamente farlo utilizzando quello del cartone Steamboat Willie, che è appunto datato 1924.
Chi vorrebbe però mettersi a rischio di subire una denuncia da parte della Disney? Ricordiamo che stiamo parlando di un colosso che negli ultimi anni ha acquistato anche l’intero franchise di Star Wars e della Marvel. Insomma, parliamo di un’azienda che ha davvero pochi rivali. Una legge USA infatti protegge l’autore creatore di un contenuto, se la sua creazione, anche se non più protetta da diritti d’autore, rimanda immediatamente con la memoria al suo creatore. E chi non penserebbe subito alla Disney se dovesse vedere anche per un attimo il Topolino di 100 anni fa? Insomma, anche un pessimo avvocato riuscirebbe a far vincere al colosso cinematografico una causa del genere.