­Il bullismo nella storia dei Classici Disney

Nella giornata di ieri 7 Febbraio si celebrava la giornata contro il bullismo. Esiste da tantissimo tempo e nelle forme più varie: dai bulli che credono di scherzare a quelli più meschini.

Walt Disney era un sognatore, con lui prendono piede i lungometraggi d’animazione, più amati da tutti, partendo dal grande progetto di Biancaneve e i sette nani del 1937, la sua eredità continua ancora oggi. Sono ben 60 i Classici Disney realizzati e per ognuno di loro il punto di partenza è sempre lo stesso: ideare un conflitto per sviluppare la storia.

Partendo da protagonista contro antagonista, con aggiunta di spalle, magia e insegnamenti, per questo abbiamo una collezione di esempi di bullismo nel corso della storia dei Classici Disney.

Partiamo con l’esempio de La carica dei 101 in cui la cattiva Crudelia De Mon si rivolge a Gaspare e Orazio con aggressività. In questo caso assistiamo al bullo che abusa della sua posizione di leadership.

Un’ altro esempio di bullismo per una caratteristica fisica lo vediamo in Dumbo. L’elefantino viene deriso ed escluso per le sue orecchie più grandi del normale. Diventando fonte di risate per gli ospiti del circo e una vergogna per gli altri elefanti.

Vediamo un’ altro esempio in Biancaneve e i sette nani, dove la regina vuole eliminare la protagonista solo perché è più bella di lei. Una situazione analoga la rivediamo anche in Cenerentola, sempre trattata male dalle sorellastre, perché considerata inferiore.

L’esempio più famoso è quello raccontato in Pinocchio, quando i personaggi approfittano dell’ingenuità del burattino.

Lo vediamo prima con il Gatto e la Volpe, che gli dicono di lasciar perdere la scuola e poi di nuovo con Mangiafuoco che finisce per metterlo in gabbia.

Disney insegna che non si può piacere a tutti.

Chi osa sognare in grande sa già che qualcuno storcerà il naso, ma come ci ha insegnato il grande Walt,

bisogna proseguire senza farsi mai influenzare da nessuno, scegliendo la propria strada e le persone giuste da portare al proprio fianco.