La storia di “Biancaneve e i sette nani” nasce da una fiaba di Jacob e Wilhelm Grimm, che a loro volta la adattarono dal folklore tedesco. Nel 1916 ne uscì una versione cinematografica, che finì per ispirare profondamente una giovane promessa dell’animazione americana, ovvero l’allora quindicenne Walt Disney.
Produzione e debiti
Per realizzare il primo lungometraggio animato del cinema americano, Disney fece un consistente investimento di 250 mila dollari, ma durante i tre anni di realizzazione il budget lievitò ben oltre il milione, costringendo Walt a ipotecare addirittura la propria casa per finanziare il progetto.
Ispirazione
Per il design di personaggi e location di “Biancaneve” gli animatori Disney presero ispirazione a piene mani dalla realtà. Il personaggio della protagonista era inizialmente molto somigliante a Betty Boop in versione castigata, mentre la matrigna fu realizzata sull’immagine della meravigliosa attrice Joan Crawford. Il castello della Regina Cattiva fu invece disegnato su modello del castello di Neuschwanstein, in Baviera.
Cambio di look
La Biancaneve della fiaba originale dei Grimm non aveva lo stesso aspetto di quella cinematografica. Modellata probabilmente su un’ideale di bellezza teutonico, la protagonista del folklore aveva capelli biondi e occhi chiari, rimpiazzati poi dall’iconico look Disney.
Tagli moderati
Il materiale originale da cui nasce “Biancaneve e i sette nani” è decisamente dark, come la gran parte delle fiabe. Seguendo fedelmente gli scritti dei Grimm, il film conteneva inizialmente alcune scene reputate non adatte a un pubblico di bambini: la madre di Biancaneve avrebbe dovuto morire in scena subito dopo il parto, mentre la matrigna avrebbe chiesto al cacciatore i polmoni e il fegato di Biancaneve per farne la sua cena. Infine, la Regina avrebbe tentato di uccidere la figliastra per tre volte, soffocandola e avvelenandola prima con un pettine e poi con la celebre mela.
Il bacio di vero amore
Il lieto fine di “Biancaneve e i sette nani” è significativamente diverso da quello della fiaba, ma altrettanto controverso e leggermente ammantato di necrofilia. Nel film Disney vediamo il principe arrivare e baciare la salma di Biancaneve finendo per risvegliarla dalla maledizione della Regina, ma nella storia dei Grimm la resurrezione della ragazza fu totalmente accidentale. Il principe trovò il corpo di Biancaneve e decise che era talmente bello da doverlo portare nel proprio castello per poterlo ammirare ogni giorno. Durante il trasporto, la bara di Biancaneve scivolò lungo una collina, scuotendo la ragazza fino a farle sputare il boccone avvelenato (quindi bastava una manovra di Heimlich!)